• Crocifisso

    italia

    Chiesa di S. Maria Maggiore
    Busto
    San Giuseppe con Bambino
    Sec. XVIII (seconda metà)
    Legno scolpito e dipinto
    Ambito culturale napoletano

    Church of S. Maria Maggiore
    Bust
    Saint Joseph with Child
    18th century (second half)
    Carved and painted wood
    Neapolitan cultural sphere

    Il corpo del Cristo è rappresentato anatomicamente perfetto, i muscoli e i nervi sono in tensione per gli ultimi sforzi sostenuti durante la passione.

    L’iconografia del Crocifisso di Carpignano è alquanto inconsueta: Cristo non è raffigurato secondo le tradizionali rappresentazioni canonizzate in età medievale, i cosiddetti “Christus triumphans” o “Christus patiens”, ovvero il Cristo trionfatore sulla morte, con lo sguardo fiero, o il Cristo sofferente, quasi sopraffatto dai peccati dell’uomo, ma è rappresentato nel momento esatto in cui, un attimo prima di morire sulla Croce, rivolge lo sguardo verso l’alto e, con l’ultimo respiro, chiede il conforto e la misericordia di Dio, pronunciando le prime parole del salmo 22:  “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”.

    Un salmo che inizia in maniera angosciosa e desolante per sfociare, poi, nella piena fiducia nella vittoria divina. 

    La croce è composta da due tronchi intersecati, sempre di cartapesta, che s’incrociano dietro la testa del Cristo.

    L’opera fu commissionata dal Padre Rodolfo Ciuchini O. d. M. per ricordare i venti anni della presenza mercedaria a Carpignano (1901 – 1921) e i dieci anni della sua nomina a parroco di Carpignano (1911-1921).

    I vari atti della sua committenza, o semplicemente del suo acquisto, sono sufficientemente documentati nel “Registro delle spese per i restauri della Chiesa di Maria Santissima di Carpignano”, che va dal marzo 1908 al luglio 1932.

    Durante l’anno 1920 il Padre Ciuchini raccolse tra i devoti della Madonna di Carpignano, locali ed emigrati, varie offerte per l’acquisto di un nuovo Crocifisso da collocare nella Chiesa al posto del vecchio che era fatiscente.

    Il danaro da lui raccolto nell’agosto del 1920 fu consegnato al nuovo rettore del Convento, Padre Adolfo Rezza O. d. M., che si occupò direttamente dell’acquisto del Crocifisso.

    I soldi raccolti dal Padre Ciuchini risultarono al di sopra della spesa prevista per cui Padre Rezza decise di far realizzare due nuovi altari in marmo da collocare nella restauranda chiesa di Carpignano.

    Uno dei due altari doveva servire proprio per il nuovo Crocifisso.

    Si ignora il luogo di realizzazione del Crocifisso ma è probabile che fosse Napoli, in quanto dal “Registro delle spese”, risulta che il 20 dicembre 1920 il Padre Rezza era a Napoli per contrattare con Giuseppe Limatola i due altari.

    Completata l’opera nel marzo del 1921 il Crocifisso venne trasportato a Carpignano dove il 22 marzo di quell’anno fu collocato nel Santuario.

    R. M.

  • Il trasporto del corpo di S. Restituta

    Chiesa di S. Maria di Carpignano
    Dipinto
    Sec. XIX 
    Olio su tela

    La tela, opera di un anonimo pittore, riproduce il trasporto del corpo di S. Restituta.

    La Santa, ormai defunta, è posta all’interno della barca dove è sostenuta da tre angeli.

    Un quarto ed un quinto angelo conducono l’imbarcazione, mentre un sesto angelo è raffigurato mentre sistema una corona di fiori sulla testa della Santa. Sullo sfondo sono raffigurati due fanciulli nudi che sorreggono la palma del martirio, mentre altri quattro angeli, nella forma di teste alate, osservano la scena.

    Per stile l’opera può essere datata nella seconda metà del XIX° secolo, non è di provenienza locale ma è stata collocata nel Santuario dai Padri Mercedari.

    Restituta era una ragazza di origine africana, vissuta tra la fine del III° e l’inizio del IV° secolo.

    Si formò sotto il vescovo di Cartagine San Cipriano. Nell’anno 304, durante la persecuzione di Diocleziano, fu arrestata, processata e condannata a morte insieme ad altri 50 cristiani.

    Una Passiones del X° secolo racconta che la vergine, una volta condannata a morte, venne legata e posta su di una barca carica di stoppa e intrisa di resina e pece. La barca venne portata a largo dai carnefici e data alle fiamme. La ragazza rimase illesa mentre le fiamme inghiottirono l’imbarcazione dei suoi carnefici. Restituta ringraziò il Signore per averla salvata e gli chiese di accedere alla pace eterna e di tanto venne esaudita.

    Una tradizione millenaria racconta che la barca su cui viaggiava il corpo della Santa era guidata dagli angeli all’isola di Ischia. Qui un angelo avvertì una matrona cristiana di nome Lucina che, recatasi in spiaggia, ritrovò l’imbarcazione arenata con il copro della Santa. Subito richiamò la popolazione dell’isola e insieme diedero sepoltura al corpo della martire nel sito dove oggi è il Santuario dedicato alla Santa, a Lacco Ameno.

    R. M.

     

     

  • Madonna con bambino

    Santuario Maria SS.ma di Carpignano
    Dipinto
    Secc. XII, XVII (rimaneggiato XX secolo)
    Olio su tavola 

     

    L’opera, un dipinto ad olio su tavola, raffigura una Madonna in trono con il Bambino.

    La scena rappresentata nel dipinto che si va a descrivere è molto naturale. 

    La Vergine, incoronata, è rappresentata seduta, con un ampio mantello decorato a stelle ed una tunica drappeggiante. Ha tra le mani il figlio nudo, la mano destra è posta all’altezza dell’inguine del Bambino mentre la sinistra è posta al di sotto del piede sinistro del Bambino che, nella parte destra della tavola, appare ritto sul ginocchio sinistro della mamma e regge, nella mano sinistra, un piccolo pavone simbolo di resurrezione e di rinascita; nello stesso tempo poggia la mano destra sulla mano destra della madre.

    Nel particolare: Maria si accorge di essere guardata per cui accomoda l’ampio mantello che protegge il suo bene più prezioso per mostrare ai fedeli suo figlio che, continuando a guardare la madre, si alza dritto sulle gambe appoggiando, in un gesto di affetto e di fiducia, la propria mano su quella della mamma.  Lo sguardo della Vergine è rivolto ai fedeli, quello del Bambino rivolto alla madre, entrambi i personaggi sono rappresentati con carnagione scura.

    Dietro di loro vi sono due angeli con gli sguardi rivolti a chi li sta guardando e sorreggono un ampio drappeggio.

    Secondo la leggenda, che segue un topos agiografico consueto, la tavola sarebbe stata ritrovata nell’anno 1150 da alcuni pastori nel cavo di una pianta di càrpine.

    L’ultimo restauro ha dimostrato che il supporto ligneo ha un’origine orientale e che può essere datato nel XII° secolo.

    La tavola, con buona probabilità, è una delle tante opere d’arte trasportate dall’Oriente in occasione delle varie Crociate che, nel nostro caso, è la seconda svoltasi tra il 1145 ed il 1149.

    L’opera è stata rimaneggiata più volte nel corso dei secoli tanto che non si conosce l’aspetto originale della Madonna in quanto, nel 1639, l’immagine mariana venne totalmente ridipinta nelle forme che vediamo oggi, come attestava un’iscrizione alla base dell’immagine (CRYSPIGNANA MAT[er]/ DEI INVENTA/ ANNO D(omini) 1150/ [sul lato destro] RENOVATA E[x] VOTO/ ANGEL[o/a] .. A .. NO/ GRUPT[a  A(nno) D(omini) 16]39, ovvero «La Madre di Dio di Carpignano rinvenuta nell’anno del Signore 1150, (fu) restaurata per voto di Angelo (o Angela) .. a .. no di Grotta nell’anno del Signore 1639), oggi parzialmente rimaneggiata.

    Successivamente la tavola è stata restaurata nel 1801, nel 1871, nel 1909, nel 1950, nel 1981 ed, infine, nel 2004.

    In particolare va ricordato che il restauro realizzato nel 1909 fu effettuato dal pittore Vincenzo Volpe, quello del 1981 dell’artista francescano Padre Andrea Martini che, per i gravi danni causati dal terremoto del 1980, ne ha modificato notevolmente l’immagine seicentesca; il restauro effettuato nel 2004 ad opera del maestro Umberto Piezzo di Napoli il quale ha cercato di recuperare i frammenti originali dell’opera e ricostruire, nel limite del possibile, l’immagine originale seicentesca.

    Il supporto dell’opera, composta da una sola asse di legno a sviluppo verticale e proveniente da un albero di noce del diametro di almeno un metro, può essere datato -in base alla tecnica costruttiva con la quale è stato realizzato – nel XII° secolo; di contro, l’immagine, in base alla tecnica pittorica e alla tipologia mariana, tralasciando le ridipinture dei secoli successivi, può essere datata nel XVII° secolo.

    R. M. 

  • APP-ART ricorda

    ll Rotary Community Corps Avellino Est ha deciso di dedicare il lavoro di studio e descrizione delle principali opere presenti nella chiesa di Santa Maria Maggiore di Grottaminarda alla memoria del Prof. Antonio Palomba.
    Noto studioso e scrittore di storia locale, conosciuto e apprezzato in tutta l’Irpinia, il Prof. Palomba ha rappresentato un punto di riferimento importante per la nostra comunità, detentore di segreti e memorie della nostra storia.
    Il progetto APP-ART di Santa Maria Maggiore di Grottaminarda, dunque, desidera rendere onore alle sue interminabili giornate di studio dedicate alla ricostruzione di pagine importanti della nostra storia e contribuire alla divulgazione del sapere, soprattutto tra le giovani generazioni, seguendo l’esempio della sua vita.

    Antonio Palomba
    14 gennaio 1940 – 19 gennaio 2016
    Docente di lettere, scrittore e saggista.

    Tra le sue opere si ricordano:

    • PALOMBA, Antonio. Osvaldo Sanini l’internato. Avellino CFD, 1979.
    • Grottaminarda com’eravamo, a c. di LAZZARUOLO Luigi – MARTINO Rosanna – PALOMBA, Antonio. Avellino, CFD, 1980.
    • PALOMBA, Antonio, Gli anni delle “còcole”. Storia di Grottaminarda tra le due guerre (1915 – 1946). Grottaminarda, Libreria Irpinia Distributrice, 1983.
    • PALOMBA, Antonio – ROMANO Elio, Storia di Grottaminarda. Il Paese di san Tommaso. Grottaminarda, Distrubuzione Vitale, 1989.
    • PALOMBA, Antonio – ABBONDANDOLO Enzo, Sapore di pulièo. Storia di Grottaminarda contemporanea 1943-1993. Grottaminarda, Vitale & Grasso, 1994.
    • PALOMBA, Antonio – SPERA Francesco, Arte in Valle Ufita dal secolo VI al secolo XX.s. l., Irpinia, 1997.
    • PALOMBA, Antonio – CATARUOZZOLO Nicola, Grottaminarda, Il calcio nelle vene (1930 – 1999). Grottaminarda, Tipografia Villanova, 1999.
    • PALOMBA, Antonio – D’AMBROSIO Michele, Vite di Grottesi. Viaggio a ritroso di mille anni dentro la storia di Grottaminarda. Ariano irpino, Grafiche lucarelli, 2002.
    • PALOMBA, Antonio – DI MINICO Carmela – PELUSO Antonio, Storia di Melito Irpino. Il Paese nato tre volte. Ariano Irpino, Grafiche Lucarelli, 2005.
    • ABBONDANDOLO Enzo – DE LUCA Filomena A. – INDRESANO Antonio M. – PALOMBA, Antonio, Canti dal confino. Internati politici a Grottaminarda. Grottaminarda, Delta 3 Edizioni, 2007.
    • PALOMBA, Antonio – D’AMBROSIO Michele, I Fratielli delle Congreghe. Vita sociale a Grottaminarda tra ‘800 e ‘900. Grottaminarda, Delta 3 Edizioni, 2010.
    • Castelli, Cavalieri e Borghi d’Irpinia, a cura di Antonio PALOMBA, Francesco SPERA, Giuseppe INGLESE, Enzo ABRUZZESE, Michele D’AMBROSIO. Grottaminarda, Delta 3 Edizioni, 2015.

    Al Prof. Palomba la comunità di Grottaminarda deve anche un forte riconoscimento per la collaborazione nella fondazione e nell’organizzazione del Museo Antiquarium “Filippo Buonopane” di Grottaminarda, ospitato presso il Castello d’Aquino.

  • Altare

    Chiesa di S. Maria Maggiore
    Altare
    Flavio Grasso
    Annunciazione, Gesù Crocifisso, Incredulità di San Tommaso apostolo
    Sec. XXI (2016)
    Marmo/bronzo

Church of S. Maria Maggiore
Altar
Flavio Grasso
Annunciation, Crucified Jesus, Incredulity of Saint Thomas the Apostle
21st century (2016)
Marble / Bronze

L’opera, insieme all’ambone, alla porticina del tabernacolo dell’altare e alla sedia, fa parte del complesso artistico popolarmente denominato “Incarnazione”, realizzato nel 2016 dallo scultore arianese Flavio Grasso. 
L’altare, poggiante su di una base rivestita in lastre di marmo, è composto da un piano in marmo, sostenuto da un piede a forma di tronco di piramide rovesciata, con i quattro spigoli concavi. L’altare sui tre lati è decorato da pannelli in bronzo, che riproducono l’intero mistero di Cristo: incarnazione, passione, morte e risurrezione. 

The work, together with the ambo, the door of the altar tabernacle and the chair, is part of the artistic complex popularly called “Incarnation”, created in 2016 by the Arianese sculptor Flavio Grasso.
The altar, resting on a base covered in marble slabs, is composed of a marble top, supported by a foot in the shape of an inverted pyramid trunk, with the four concave edges. The altar on three sides is decorated with bronze panels, which reproduce the whole mystery of Christ: incarnation, passion, death and resurrection.

pannello laterale

Il primo pannello, laterale sinistro, rappresenta l’annuncio dell’angelo alla Vergine Maria. Protagonisti del pannello sono Maria e lo Spirito Santo che sostituisce l’Angelo dell’iconografia tradizionale. Le due figure sono rappresentate alle estremità del pannello, lasciando quindi uno spazio vuoto tra loro che, in un certo senso, è il vero protagonista dell’opera. 
La Vergine è rappresentata china sul proprio ventre nell’atto di custodire e cingere il mistero che si è generato in lei. Lo Spirito Santo è rappresentato da alcuni raggi che dall’angolo in alto scendono verso Maria e verso il suo ventre. 

 

The first panel, on the left side, represents the angel’s announcement to the Virgin Mary. Protagonists of the panel are Mary and the Holy Spirit who replaces the Angel of traditional iconography. The two figures are represented at the ends of the panel, thus leaving an empty space between them which, in a certain sense, is the true protagonist of the work.
The Virgin is represented bent over her belly in the act of guarding and encircling the mystery that has been generated in her. The Holy Spirit is represented by some rays that from the top corner descend towards Mary and towards her belly.

 

altare pannello centrale

Il pannello frontale rappresenta la passione e la morte di Gesù Cristo, rappresentato a mezzobusto con le braccia aperte, ma senza croce che comunque viene evocata dalla posizione delle braccia. L’artista ha inteso comunicare che l’evento della Croce non è solo dolore ma anche accoglienza e che quelle braccia aperte indicano la continua accoglienza che Gesù riserva ad ogni essere umano che si rivolge a lui, soprattutto se è nell’affanno, nella solitudine e nella malattia.
I segni della passione, le stimmate, sono visibili ed indicano plasticamente il sacrificio che Gesù ha compiuto per la salvezza dell’umanità. 
Alle spalle della testa del Cristo si intravede parte del globo terrestre, ad indicare che Egli ha affrontato il dolore e la morte sulla croce per la redenzione di ogni uomo, sia di chi coscientemente lo cerca, sia di chi non lo conosce.
Completano il pannello due lettere dell’alfabeto greco: l’alfa e l’omega, la prima e l’ultima lettera, che vogliono ricordare che Gesù è l’alfa e l’omega, il principio e la fine di tutto. 

The front panel represents the passion and death of Jesus Christ, represented in half-length with open arms, but without a cross which is however evoked by the position of the arms. The artist intended to communicate that the event of the Cross is not only pain but also welcome and that those open arms indicate the continuous welcome that Jesus reserves to every human being who turns to him, especially if he is in trouble, in solitude and in illness.
The signs of passion, the stigmata, are visible and indicate plastically the sacrifice that Jesus has made for the salvation of humanity.
Behind the head of the Christ we can see part of the terrestrial globe, indicating that He has faced pain and death on the cross for the redemption of every man, both of those who consciously seek him, and of those who do not know him.
The panel is completed by two letters of the Greek alphabet: the alpha and the omega, the first and the last letter, which want to remember that Jesus is the alpha and the omega, the beginning and the end of everything.
altare pannello laterale

Il terzo pannello, il laterale destro, raffigura la resurrezione di Cristo, o meglio l’incontro tra Gesù risorto e l’incredulo apostolo Tommaso, quasi ad indicare che la sua risurrezione non si esaurisce con l’abbandono del sepolcro ma continua con gli eventi successivi. Non esiste risurrezione se non esiste un annuncio della stessa e Tommaso, prima non credente e poi credente, è il simbolo di questo annuncio. 
Nel pannello sono chiaramente visibili Gesù e Tommaso che tende il proprio dito verso la ferita del costato. Anche qui le due figure sono ai lati del pannello, anche se sono protese verso il centro, quasi a significare che l’incontro tra l’uomo e Dio è fatto di un continuo gioco di proposta e accoglienza, di offerta e dono. 

The third panel, the right side, depicts the resurrection of Christ, or rather the encounter between the risen Jesus and the unbelieving apostle Thomas, as if to indicate that his resurrection does not end with the abandonment of the sepulcher but continues with the following events. There is no resurrection if there is no announcement of the same and Thomas, first non-believer and then believer, is the symbol of this announcement. 
In the panel are clearly visible Jesus and Thomas who stretches his finger towards the wound of the side. Here too the two figures are on the sides of the panel, even if they are stretched out towards the center, as if to signify that the encounter between man and God is made of a continuous game of proposal and welcome, of offer and gift.

Grotta altare

italia

Chiesa di S. Maria Maggiore
Altare
Flavio Grasso
Annunciazione, Gesù Crocifisso, Incredulità di San Tommaso apostolo
Sec. XXI (2016)
Marmo/bronzo

Church of S. Maria Maggiore
Altar
Flavio Grasso
Annunciation, Crucified Jesus, Incredulity of Saint Thomas the Apostle
21st century (2016)
Marble / Bronze

L’opera, insieme all’ambone, alla porticina del tabernacolo dell’altare e alla sedia, fa parte del complesso artistico popolarmente denominato “Incarnazione”, realizzato nel 2016 dallo scultore arianese Flavio Grasso. 
L’altare, poggiante su di una base rivestita in lastre di marmo, è composto da un piano in marmo, sostenuto da un piede a forma di tronco di piramide rovesciata, con i quattro spigoli concavi. L’altare sui tre lati è decorato da pannelli in bronzo, che riproducono l’intero mistero di Cristo: incarnazione, passione, morte e risurrezione. 

The work, together with the ambo, the door of the altar tabernacle and the chair, is part of the artistic complex popularly called “Incarnation”, created in 2016 by the Arianese sculptor Flavio Grasso.
The altar, resting on a base covered in marble slabs, is composed of a marble top, supported by a foot in the shape of an inverted pyramid trunk, with the four concave edges. The altar on three sides is decorated with bronze panels, which reproduce the whole mystery of Christ: incarnation, passion, death and resurrection.

pannello laterale

Il primo pannello, laterale sinistro, rappresenta l’annuncio dell’angelo alla Vergine Maria. Protagonisti del pannello sono Maria e lo Spirito Santo che sostituisce l’Angelo dell’iconografia tradizionale. Le due figure sono rappresentate alle estremità del pannello, lasciando quindi uno spazio vuoto tra loro che, in un certo senso, è il vero protagonista dell’opera. 
La Vergine è rappresentata china sul proprio ventre nell’atto di custodire e cingere il mistero che si è generato in lei. Lo Spirito Santo è rappresentato da alcuni raggi che dall’angolo in alto scendono verso Maria e verso il suo ventre. 

 

The first panel, on the left side, represents the angel’s announcement to the Virgin Mary. Protagonists of the panel are Mary and the Holy Spirit who replaces the Angel of traditional iconography. The two figures are represented at the ends of the panel, thus leaving an empty space between them which, in a certain sense, is the true protagonist of the work.
The Virgin is represented bent over her belly in the act of guarding and encircling the mystery that has been generated in her. The Holy Spirit is represented by some rays that from the top corner descend towards Mary and towards her belly.

 

altare pannello centrale

Il pannello frontale rappresenta la passione e la morte di Gesù Cristo, rappresentato a mezzobusto con le braccia aperte, ma senza croce che comunque viene evocata dalla posizione delle braccia. L’artista ha inteso comunicare che l’evento della Croce non è solo dolore ma anche accoglienza e che quelle braccia aperte indicano la continua accoglienza che Gesù riserva ad ogni essere umano che si rivolge a lui, soprattutto se è nell’affanno, nella solitudine e nella malattia.
I segni della passione, le stimmate, sono visibili ed indicano plasticamente il sacrificio che Gesù ha compiuto per la salvezza dell’umanità. 
Alle spalle della testa del Cristo si intravede parte del globo terrestre, ad indicare che Egli ha affrontato il dolore e la morte sulla croce per la redenzione di ogni uomo, sia di chi coscientemente lo cerca, sia di chi non lo conosce.
Completano il pannello due lettere dell’alfabeto greco: l’alfa e l’omega, la prima e l’ultima lettera, che vogliono ricordare che Gesù è l’alfa e l’omega, il principio e la fine di tutto. 

The front panel represents the passion and death of Jesus Christ, represented in half-length with open arms, but without a cross which is however evoked by the position of the arms. The artist intended to communicate that the event of the Cross is not only pain but also welcome and that those open arms indicate the continuous welcome that Jesus reserves to every human being who turns to him, especially if he is in trouble, in solitude and in illness.
The signs of passion, the stigmata, are visible and indicate plastically the sacrifice that Jesus has made for the salvation of humanity.
Behind the head of the Christ we can see part of the terrestrial globe, indicating that He has faced pain and death on the cross for the redemption of every man, both of those who consciously seek him, and of those who do not know him.
The panel is completed by two letters of the Greek alphabet: the alpha and the omega, the first and the last letter, which want to remember that Jesus is the alpha and the omega, the beginning and the end of everything.
altare pannello laterale

Il terzo pannello, il laterale destro, raffigura la resurrezione di Cristo, o meglio l’incontro tra Gesù risorto e l’incredulo apostolo Tommaso, quasi ad indicare che la sua risurrezione non si esaurisce con l’abbandono del sepolcro ma continua con gli eventi successivi. Non esiste risurrezione se non esiste un annuncio della stessa e Tommaso, prima non credente e poi credente, è il simbolo di questo annuncio. 
Nel pannello sono chiaramente visibili Gesù e Tommaso che tende il proprio dito verso la ferita del costato. Anche qui le due figure sono ai lati del pannello, anche se sono protese verso il centro, quasi a significare che l’incontro tra l’uomo e Dio è fatto di un continuo gioco di proposta e accoglienza, di offerta e dono. 

The third panel, the right side, depicts the resurrection of Christ, or rather the encounter between the risen Jesus and the unbelieving apostle Thomas, as if to indicate that his resurrection does not end with the abandonment of the sepulcher but continues with the following events. There is no resurrection if there is no announcement of the same and Thomas, first non-believer and then believer, is the symbol of this announcement. 
In the panel are clearly visible Jesus and Thomas who stretches his finger towards the wound of the side. Here too the two figures are on the sides of the panel, even if they are stretched out towards the center, as if to signify that the encounter between man and God is made of a continuous game of proposal and welcome, of offer and gift.

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  • Cristo Risorto

    Chiesa di S. Maria Maggiore
    Ambone
    Flavio Grasso
    Cristo Risorto
    Sec. XXI (2016)
    Marmo/ bronzo 

    Church of S. Maria Maggiore
    Ambo
    Flavio Grasso
    Risen Christ
    21st century (2016)
    Marble / Bronze

    L’opera, insieme ai pannelli dell’altare, alla porticina del tabernacolo e alla sedia, fa parte del complesso artistico popolarmente denominato “Incarnazione”, realizzato nel 2016 dallo scultore arianese Flavio Grasso.
    L’ambone, in marmo e bronzo, è collocato sul lato sinistro della balaustra, sopraelevato rispetto al piano del pavimento della navata. Si presenta come una roccia, o un corpo bombato, che vuole evocare il sepolcro di Cristo, dal quale emerge a figura intera il Cristo, ancora in parte coperto dal sudario. Un chiaro riferimento al fatto che la Parola di Dio, che si proclama dall’ambone, si “svela” completamente con Gesù Cristo. È in lui che diventa chiaro il mistero totale dell’amore di Dio per l’umanità. 
    Sotto il piano dove vengono poggiati i lezionari, corre l’iscrizione: “ALLORA COMINCIÒ A DIRE LORO: «OGGI SI È COMPIUTA QUESTA SCRITTURA CHE VOI AVETE ASCOLTATO»”. 

    The work, together with the panels of the altar, the door of the tabernacle and the chair, is part of the artistic complex popularly called “Incarnation”, created in 2016 by the Arianese sculptor Flavio Grasso.
    The ambo, in marble and bronze, is located on the left side of the balustrade, raised above the floor of the nave. It looks like a rock, or a rounded body, which wants to evoke the tomb of Christ, from which emerges the whole figure of the Christ, still partially covered by the shroud. A clear reference to the fact that the Word of God, which is proclaimed from the ambo, is “revealed” completely with Jesus Christ. It is in him that the total mystery of God’s love for humanity becomes clear.
    Under the floor where the lectionaries are placed, the inscription runs: “THEN HE STARTED TO SAY TO THEM: <>.

    Grotta cristo risorto

    italia

    Chiesa di S. Maria Maggiore
    Ambone
    Flavio Grasso
    Cristo Risorto
    Sec. XXI (2016)
    Marmo/ bronzo 

    Church of S. Maria Maggiore
    Ambo
    Flavio Grasso
    Risen Christ
    21st century (2016)
    Marble / Bronze

    L’opera, insieme ai pannelli dell’altare, alla porticina del tabernacolo e alla sedia, fa parte del complesso artistico popolarmente denominato “Incarnazione”, realizzato nel 2016 dallo scultore arianese Flavio Grasso.
    L’ambone, in marmo e bronzo, è collocato sul lato sinistro della balaustra, sopraelevato rispetto al piano del pavimento della navata. Si presenta come una roccia, o un corpo bombato, che vuole evocare il sepolcro di Cristo, dal quale emerge a figura intera il Cristo, ancora in parte coperto dal sudario. Un chiaro riferimento al fatto che la Parola di Dio, che si proclama dall’ambone, si “svela” completamente con Gesù Cristo. È in lui che diventa chiaro il mistero totale dell’amore di Dio per l’umanità. 
    Sotto il piano dove vengono poggiati i lezionari, corre l’iscrizione: “ALLORA COMINCIÒ A DIRE LORO: «OGGI SI È COMPIUTA QUESTA SCRITTURA CHE VOI AVETE ASCOLTATO»”. 

    The work, together with the panels of the altar, the door of the tabernacle and the chair, is part of the artistic complex popularly called “Incarnation”, created in 2016 by the Arianese sculptor Flavio Grasso.
    The ambo, in marble and bronze, is located on the left side of the balustrade, raised above the floor of the nave. It looks like a rock, or a rounded body, which wants to evoke the tomb of Christ, from which emerges the whole figure of the Christ, still partially covered by the shroud. A clear reference to the fact that the Word of God, which is proclaimed from the ambo, is “revealed” completely with Jesus Christ. It is in him that the total mystery of God’s love for humanity becomes clear.
    Under the floor where the lectionaries are placed, the inscription runs: “THEN HE STARTED TO SAY TO THEM: <>.